Secondo
l'antropologo Claude Lévi-Strauss gli studiosi occidentali avrebbero, raggruppato
arbitrariamente una serie di fenomeni eterogenei per proiettare al di fuori del
proprio universo culturale aspetti incompatibili con l'esigenza, tipica del
pensiero cristiano, di separare l'uomo dalla natura. D'altra parte, sul
versante delle società totemiche, egli considera il ricorso alle specie animali
o vegetali soprattutto dal punto di vista intellettivo, in quanto esse si
offrono all'uomo come "metodo di pensiero". In quest'ottica il totemismo si
rivela essenzialmente come la costruzione di un'analogia tra natura e cultura.
Claude Lévi-Strauss, "Il Pensiero Selvaggio" |
Bondi Beach, Sidney, Australia |
Quindi
ricercare il significato totemico e “selvaggio” del colore blu bondi significa
cercare il suo rapporto con il reale,
“incarnandolo” in qualcosa di fisico, di reale.
Ma
, come è stato più volte detto in questo blog, il blu bondi nasce proprio
“dall'incarnazione” di un colore naturale. Il blu bondi non è un blu astratto
che può essere considerato una caratteristica comune ad una serie di oggetti,
il blu bondi è il mare della spiaggia australiana di Bondi Beach.
Il
blu bondi non è soltanto un colore è anche l'odore del mare, il rumore delle
onde, il senso di libertà che si percepisce davanti al mare in tempesta, la
necessità dell'uomo di essere fuso con il suo ambiente naturale.
Non
esiste forse un colore selvaggio e naturale quanto il blu bondi. Il blu bondi è
esso stesso un totem, una rappresentazione astratta, una “incarnazione”, di una
caratteristica naturale. Anche perché, come ha detto Jacques Cousteau:
"Dopo l'istante magico in cui i miei occhi si sono aperti
nel mare, non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima”
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