Se oggi pensassimo a cosa evoca nei nostri pensieri il blu
sicuramente molti di noi sarebbero d’accordo nel dire che questo colore ricorda
la chiarezza del cielo, le vaste distese d’acqua, la frescura dell’ombra, evoca
la calma, la serenità, la pace, la bellezza dei cieli azzurri, la mole
imponente delle montagne lontane e i terrificanti abissi dell’oceano. Ma provando
a fare un passo indietro, allontanandoci dagli odierni luoghi comuni, potremmo
anche facilmente arrivare a comprendere come i popoli primitivi invece
vedessero proprio in queste lontane azzurre misteriosità la possibile dimora
degli Dei, degli spiriti o degli antenati, e perché questo modo di pensare
originò l’associazione del blu con la religione.
In molte culture diverse esso rappresentava, quindi, l'eternità,
la verità, la purezza, la castità, la pace, la ragione sovrumana e tutte le
qualità che non risiedevano sulla Terra, esprimendo la sensazione generale che
il blu fosse il più freddo, più distaccato e meno "materiale" tra le
varie tonalità. Gli occhi azzurri, ad esempio, erano sinonimo di elevatezza
d'animo e di sentimenti; gli Dei erano fatti di carni azzurre e venivano spesso
raffigurati in ambienti azzurri; nei paramenti sacri e nelle vesti dei
sacerdoti l'azzurro era manifestazione sensibile delle cose celesti. Non per
niente l'Olimpo dei Greci, sede massima di tutti gli dèi, risiedeva nell'alto
dei cieli, e perciò il colore blu era molto utilizzato nelle pitture e negli
sfondi dei bassorilievi all’interno dei templi (derivato da guado, pastello,
lapislazzuli, sambuco, malva, bacche di mirtillo nero…). Un importante riscontro
di queste credenze lo possiamo infatti trovare nel mito della dea Iris, la
quale, secondo le leggende, andava dal cielo alla Terra percorrendo l’arcobaleno,
visto proprio come ponte tra il regno degli Dei e gli uomini, col compito di
annunciare messaggi funesti.
Giardini pensili di Babilonia |
Ma il blu era anche il colore della fertilità e della
fecondità (legato all'immagine dell'acqua), era sempre abbinato allo splendore
dell'oro, in particolar modo nella decorazione degli edifici: Babilonia, ad
esempio, era interamente ricoperta di piastrelle azzurre.
Nei mandala tibetani invece il blu simboleggia la condizione
in cui si è superato il turbinio delle passioni e la coscienza può esaminare
ogni cosa con chiarezza. A tal proposito nulla illustra meglio queste credenze nell'
estetica buddista se non il "Buddha Blu" Akshobhya, noto anche come il Buddha
della Medicina o della Guarigione (una delle figure più onorate nel pantheon
buddista), capace di trasformare la rabbia in saggezza.
Inoltre pietre preziose blu come lapislazzuli e
turchesi erano e sono considerate sacre anche da civiltà diverse da quella tibetana
potendo riscontrarne l’utilizzo sia durante riti sacri, con funzioni magiche (per
esempio aumentare l'efficacia dei riti), che durante la vita quotidiana, con
funzioni talismaniche; in particolare gli Indiani d'America credono che
proteggano e custodiscano il corpo e l'anima, mentre gli Zingari le indossano
nell'ombelico, credendo che siano positive per tutto.
Tuttavia le uniche testimonianze dell'uso di tale colore in
ambito funerario si riscontrano nell' Antico Egitto dove gli amuleti per i
defunti erano di colore azzurro (a forma di occhio, scarabeo, orbita solare),
come i geroglifici che ricoprivano parti interne di tombe simboleggiando la
parola degli dei, in contrasto con quelli rossi che invece rappresentavano i demoni.
Tomba di Seti I |
Ma se per i popoli medio-orientali il blu significava tutto ciò, lo stesso non si può dire per i Romani, i quali lo associavano negativamente agli indumenti di Barbari e Britannici.
Andando avanti di qualche anno, i primi cristiani collegavano il blu a Dio Padre
mentre oggi è il colore della Madonna il simbolo del femminile e delle qualità
ad esso connesse come la compassione, la devozione, la fedeltà, qualità materne
associate alla Vergine Maria che incarna l’ideale della madre perfetta. Infatti
Il blu come archetipo materno positivo deriva dalla nostra storia biologica:
prima di nascere infatti siamo creature dell’acqua in una soluzione simile a
quella del mare da cui si originò la vita.